Assessment economico-finanziario: andare oltre i numeri per costruire valore
- Leanbet
- 28 set
- Tempo di lettura: 3 min
In Leanbet crediamo che l’efficacia di un percorso di miglioramento non si limiti al livello operativo: serve una visione chiara della salute economica e finanziaria dell’azienda, per garantire che le azioni lean siano sostenibili e generino valore nel tempo.
Con il modulo di assessment economico-finanziario, valutiamo lo stato “di salute” dell’azienda, mettiamo a confronto con benchmark di mercato e identifichiamo leve strategiche da attuare.
In questo articolo spieghiamo come operiamo con l’assessment economico-finanziario, e presentiamo un caso-tipo “a scopo esemplificativo” con alcune evidenze emerse rispetto ai competitor.

Come è strutturato l’assessment economico-finanziario
L’assessment si articola in più fasi coordinate:
Analisi documentale iniziale
Partiamo dai bilanci riclassificati, rendiconti, flussi di cassa, budget previsionali e dati contabili degli ultimi 3-5 anni.Eseguiamo una riclassificazione patrimoniale e reddituale, una mappatura dei flussi finanziari, e calcoliamo oltre 50 indicatori principali (redditività, liquidità, leva finanziaria, efficienza, ciclo operativo, ecc.).
Benchmarking settoriale
Confrontiamo i risultati dell’azienda con dati di settore, medie del mercato e competitor (quando disponibili), per capire il “posizionamento relativo”.Questo tipo di analisi comparata aiuta a identificare gap strutturali e aree in cui gli altri operatori ottengono performance significativamente superiori. (Il benchmarking come strumento di miglioramento è ben consolidato nel management aziendale)
Identificazione dei punti di forza e di debolezza
Sulla base dei dati e dei confronti, si isolano le aree in cui l’azienda mostra performance al di sopra della media, e quelle in cui è in ritardo.
Proposte d’intervento prioritario e roadmap
Non si tratta solo di evidenziare “cosa non va”, ma di costruire un piano concreto: azioni correttive, proiezioni di miglioramento, simulazioni finanziarie e stime del potenziale impatto.
Monitoraggio nel tempo
L’assessment non è conclusivo: definisce indicatori chiave da monitorare, per seguire i progressi, aggiornare il piano e mantenere l’impegno dinamico.
Caso esempio (anonimo) ed evidenze rispetto ai competitor
Di seguito un esempio tratto da un assessment (fittizio, ma basato su situazioni ricorrenti) che mostra alcune evidenze che possiamo mettere a confronto con i competitor:
Indicatore | Azienda “X” (cliente) | Benchmark di settore / competitor | Osservazioni / gap |
Margine operativo lordo (EBITDA / ricavi) | 7,5 % | Media settore 10-12 % | L’azienda ha margini più stretti — c’è spazio per efficientare costi variabili o indiretti |
ROI (redditività sul capitale investito) | 4,2 % | Media competitor: 6-8 % | Asset immobilizzati o capitale investito poco produttivo |
Rapporto indebitamento netto / EBITDA | 3,5× | Media settore: 2,5× | Leva finanziaria elevata, che riduce margine di manovra |
Current ratio (attività correnti / passività correnti) | 1,1× | Obiettivo target: ≥ 1,5× | Liquidità stretta, rischio tensione finanziaria nei brevi periodi |
Ciclo (giorni di incasso + giorni stock + giorni di pagamento) | 140 giorni | Benchmark settore: 100-120 giorni | Lunga durata del capitale circolante immobilizzato |
Flusso di cassa operativo netto | Positivo ma basso | Alcuni competitor generano cash flow più robusti | Possibile leva su efficienza operativa o contenimento investimenti |
Evidenze emerse e interpretazioni:
Questo cliente mostra margini operativi più deboli rispetto ai concorrenti: significa che molti costi sono troppo elevati, non proporzionati al fatturato, o che alcune attività non generano valore sufficiente.
L’indebitamento eccessivo aumenta il rischio e il costo del capitale: il “fardello finanziario” diventa un limite alla capacità di investire e reagire a shock.
Un ciclo operativo lungo (giro del capitale circolante) implica che l’azienda congela risorse in stock, crediti o pagamenti dilazionati, riducendo la liquidità disponibile.
Il rapporto corrente “marginale” suggerisce che, in caso di imprevisti o rallentamenti del mercato, l’azienda potrebbe trovarsi sotto pressione finanziaria.
Rispetto ai competitor, questi gap diventano leve strategiche: migliorare la produttività del capitale, ridurre il capitale circolante immobilizzato, negoziare condizioni migliori con i fornitori e ottimizzare i costi fissi sono tutte azioni che possono riportare l’azienda “in area competitiva”.
Come l’azienda ha reagito: aree di miglioramento avviate
Dall’assessment sono nate alcune priorità su cui l’azienda ha già iniziato a lavorare:
Progetto di riduzione delle scorte e riallineamento del mix prodotti per liberare capitale circolante
Revisione dei costi fissi non strategici (energia, manutenzioni, overhead)
Rinegoziazione della struttura del debito (allungamento scadenze, condizioni più favorevoli)
Azioni per migliorare l’efficienza operativa (riduzione scarti, miglioramento ciclo di setup)
Pianificazione strategica degli investimenti, con calcolo del punto di pareggio e stime di ROI
Introduzione di dashboard finanziari per il controllo mensile e la rilevazione degli scostamenti
Queste iniziative non nascono da teorie astratte, ma da evidenze concrete: l’assessment fornisce il “cosa” e il “quanto”, e la roadmap dà il “come”.
Perché scegliere l’assessment economico-finanziario con Leanbet
Diagnosi solida e “basata su dati”: non si tratta di paragoni vaghi, ma di indicatori oggettivi e benchmark veritieri.
Approccio operativo e sostenibile: non basta evidenziare difetti; il percorso propone azioni concrete, prioritarie e misurabili.
Allineamento strategico e operativo: gli interventi finanziari si integrano con i miglioramenti lean e operativi, per evitare soluzioni isolate.
Impegno su più orizzonti temporali: l’assessment non è evento isolato, ma parte di un percorso strutturato di monitoraggio e sviluppo.
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