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Verso una logistica digitale: perché l’assessment logistico-digitale è essenziale

  • Immagine del redattore: Leanbet
    Leanbet
  • 28 set
  • Tempo di lettura: 3 min

In un contesto dove i clienti richiedono rapidità, tracciabilità, flessibilità e visibilità in tempo reale, la logistica non può rimanere “meccanica” o analogica. Digitale non vuol dire solo “software”, ma trasformazione dei flussi fisici e informativi, integrazione sistemi, automazione e capacità di reagire.


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Un assessment logistico-digitale ben fatto aiuta a:

  • misurare quanto la logistica è già “digitalmente abilitata” (maturità digitale),

  • identificare i colli di bottiglia operativi,

  • stimare il potenziale di miglioramento e digitalizzazione nei processi “da arrivo a spedizione”,

  • creare una roadmap concreta per integrare technologie digitali e lean thinking.


La letteratura recente conferma come la maturità digitale in logistica sia una chiave competitiva: aziende con sistemi integrati ottengono migliori performance di efficienza, reattività e resilienza.


Come si struttura l’assessment logistico-digitale

Per condurre un’analisi efficace, procediamo su più assi:

  1. Visita magazzino / stabilimento + input da campo

    Camminiamo “sul gemba logistico”, osservando fisicamente processi di ricevimento, movimentazione, picking, imballaggio e spedizione. Registriamo tempi reali, colli, errori, percorsi, punti critici.

  2. Rilevazione digitale / informativa

    Verifichiamo quali sistemi sono in uso (WMS, sistemi MES integrati, interfacce con carrier, sistemi EDI, sensori RFID, IoT), quanto i dati sono digitalizzati e integrati, e dove ci sono silos informativi.

  3. Misurazione dei KPI logistici e benchmarking

    Raccolta e calcolo di indicatori quali tempo ciclo, throughput, errori movimentazione, saturazione aree, lead time interni, margine tra tempo previsto e tempo osservato, costi logistici per unità. Nei casi in cui è possibile, confrontiamo con benchmark di settore o dati di competitor.

  4. Mappatura dei gap digitali e leve di intervento

    Confrontiamo lo stato attuale con uno scenario “digitale ideale” (best practice), identifichiamo i gap (processuali, tecnologici, organizzativi) e stimiamo il potenziale beneficio in avanzamento di efficienza, riduzione errori, risparmi sui costi di movimentazione e flessibilità.

  5. Proposte road map e progetti pilota

    Definiamo un piano di digitalizzazione graduale con priorità ragionate: ad esempio avviare il modulo digital DDT, interfacce carrier, upgrade del WMS, sensoristica IoT per tracciatura in real time, automazione leggera (nastri, smistatori, robotica di supporto).

  6. Accompagnamento al cambiamento e monitoraggio

    Non bastano le tecnologie: serve gestione del cambiamento, formazione, misurazione continua. Agganciamo ogni progetto pilota a KPI target e cruscotti per il monitoraggio periodico.


Esempio (anonimo) di evidenze che possono emergere

Ecco alcune situazioni tipiche che abbiamo rilevato in assessment logistici e che aiutano a capire il valore dell’analisi:

  • Il sistema WMS era poco integrato con il sistema ERP: i dati di magazzino non si aggiornano in real time, causando discrepanze e errori negli ordini.

  • Il lead time interno (dallo scarico alla disponibilità picking) mediamente era di 2,5 giorni, mentre in settori simili con digitalizzazione avanzata si attesta a 1 giorno o meno.

  • In alcune aree si operava ancora con documenti cartacei e moduli stampati per DDT e packing list, con errori manuali e perdite di tempo nelle verifiche.

  • Nessuna interfaccia automatica con i vettori: ogni spedizione richiedeva inserimento manuale dei dati nei portali carrier, con errori e tempi aggiuntivi.

  • Sistemi di monitoraggio (sensori, RFID, barcode) assenti o poco utilizzati: la visibilità dello stato dei colli all’interno del magazzino era quasi nulla.

  • Zone di congestionamento nei percorsi interni: i flussi fisici non erano ottimizzati, generando lunghi spostamenti interni e “salti di mano” non necessari.

Da questi gap emergono leve di intervento con ritorni tangibili: riduzione errori, minor tempi operativi, maggior affidabilità nella spedizione e risparmi sulle movimentazioni manuali.


Pillole di supporto teorico e trend

  • Le aziende con strategie digitali avanzate in logistica tendono a pilotare decine di casi d’uso digitali nei prossimi 2-3 anni.

  • Il concetto di “maturità digitale logistica” è stato studiato utilizzando modelli che valutano dimensioni come processi, tecnologia, supporto al personale e gestione delle performance.

  • Uno degli ostacoli più frequenti è l’integrazione dei sistemi e la qualità dei dati: digitalizzare vuol dire rendere disponibili dati affidabili e coerenti su tutta la catena logistica.

  • Il cambiamento tecnologico deve essere accompagnato da change management: definire obiettivi chiari, coinvolgere manager, comunicare, formare e monitorare l’adozione.


Perché l’assessment logistico-digitale fa la differenza

  1. Visione olistica: non si tratta solo di “automatizzare”, ma di ripensare flussi, dati, sistemi e persone in sinergia.

  2. Interventi prioritari mirati: si identificano le aree dove la digitalizzazione porta più efficacia con meno discontinuità.

  3. Riduzione dei rischi operativi: errori di spedizione, discrepanze, rilavorazioni e conflitti tra sistemi diventano eventi più rari.

  4. Supporto alla scalabilità: con una base digitale solida, l’azienda può accogliere picchi, nuove linee di prodotto e variabilità senza collassare.

  5. Ritorno sull’investimento ben quantificabile: gli interventi, se ben progettati, generano risparmi operativi, miglior utilizzo delle risorse e aumento della qualità del servizio.


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