Lean Project Management in Formula 1: Lezioni da 0,067 secondi al Mese. Quando l'incertezza non è una scusa e il ritardo non è un'opzione
- Leanbet

- 28 ott
- Tempo di lettura: 7 min
Il Project Management Estremo
Immaginate di dover sviluppare un prodotto completamente nuovo in cui:
Nessuno sa esattamente come verrà realizzato quando iniziate la pianificazione
Dovete coordinare 5 dipartimenti tecnici diversi
Il margine di errore è zero
Un ritardo di una settimana può costare milioni di euro
I vostri concorrenti migliorano di 0,067 secondi al mese
E quei 0,067 secondi possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta
Benvenuti nel mondo del Project Management in Formula 1.

Il 20 ottobre 2025, abbiamo avuto il privilegio di ospitare Davide Seletti, CEO e General Manager di Dallara Compositi, per una lezione straordinaria all'interno del nostro corso di Lean Project Management. Davide ha portato in aula 15 anni di esperienza in Ferrari F1 (dove ha contribuito a 8 titoli costruttori e 6 titoli piloti come Head of Composites Production) e oltre 10 anni alla guida di Dallara Compositi, azienda che fornisce componenti in fibra di carbonio a circa 3 team F1 all'anno.
Non è stata una lezione teorica. È stata una masterclass su come gestire l'impossibile.
Il Contesto: Quando Ogni Frazione di Secondo Conta
Davide ha aperto la sessione con dati che hanno immediatamente catturato l'attenzione di tutti i partecipanti.
L'Evoluzione della Performance in F1
Negli ultimi anni, analizzando i dati delle prestazioni dei team F1, emerge un pattern chiaro:
Miglioramento medio annuale: 0,8 secondi sul giro
Miglioramento medio mensile: 0,067 secondi
Cosa significa tutto questo?
Significa che se il vostro team non migliora continuamente, mese dopo mese, settimana dopo settimana, venite inevitabilmente superati. Il progresso non è opzionale. È l'unico modo per sopravvivere.
E qui entra in gioco il Project Management: come gestisci lo sviluppo continuo quando non puoi permetterti ritardi?
Il Problema Fondamentale: Pianificare l'Ignoto
Davide ci ha posto una domanda che racchiude l'essenza del Project Management nell'innovazione:
"Come puoi pianificare lo sviluppo di un prodotto quando neanche il designer sa ancora come verrà realizzato?"
È una domanda semplice, ma devastante. Invalida tutti gli approcci tradizionali di Project Management che presuppongono:
Requisiti chiari e stabili
Processi definiti
Rischi calcolabili
Percorsi lineari
Nel mondo reale dell'innovazione, nulla di tutto questo esiste all'inizio del progetto.
Case Study: Lo Sviluppo di un Cambio in Fibra di Carbonio
Per illustrare la complessità, Davide ha condiviso il processo di sviluppo di un cambio (gearbox case) in fibra di carbonio per F1.
Fase di Design - coinvolge:
Aerodinamica (forme esterne, flussi d'aria)
Elettronica (sensori, cablaggio)
Layout sospensioni (attacchi, geometrie)
Integrazione motore (interfacce termiche e meccaniche)
Sistema di scarico (temperature, vibrazioni)
Alberi di trasmissione (carichi, allineamenti)
Ingranaggi interni (packaging, lubrificazione)
Differenziale (integrazione meccanica)
Sistema idraulico (passaggio tubi, packaging)
Fase di Produzione - richiede:
Approvvigionamento materie prime (con lead time spesso lunghi)
Creazione pattern (modelli)
Fabbricazione stampi (tooling complesso)
Produzione jig di incollaggio
Produzione jig di lavorazione meccanica
Inserti co-cured (integrati durante la laminazione)
Inserti/supporti bonded (incollati successivamente)
Lavorazioni meccaniche di precisione
Ispezioni multiple (NDT, scansione 3D, controlli dimensionali)
Fase di Test & Racing - include:
Simulazioni FEM
Test su banco motore/cambio
Test su banco sospensioni
Test di rigidezza
Test di omologazione FIA
Test in pista
Implementazione in gara
E tutto questo deve essere coordinato, pianificato e eseguito senza errori e senza ritardi.
Un diagramma di processo mostrato da Davide conteneva decine di attività interconnesse, con dipendenze complesse e percorsi critici multipli. La complessità era visivamente impressionante.
I Nemici della Performance e del Progetto
Nemici della Performance Tecnica
Davide ha elencato alcuni dei principali fattori che degradano le prestazioni di una vettura F1:
Peso eccessivo
Resistenza aerodinamica (drag)
Cattiva gestione pneumatici
Downforce insufficiente
Downforce instabile (porpoising)
Comportamento imprevedibile al limite
Consumo eccessivo di carburante
Potenza motore insufficiente
Powertrain inefficiente
Cattiva gestione temperatura freni
Ha poi sfidato i partecipanti a identificare un nemico mancante (probabilmente l'affidabilità/durabilità): tempi di sviluppo troppo lunghi
Nemici del Project Management
Ma ancora più importante per la nostra discussione sono stati i nemici del Project Management che Davide ha identificato:
Tempo (mancanza) e ritardi - il nemico numero uno
Attività non pianificate/inaspettate
Scarti e rilavorazioni
Cambi di idea
Cambi di priorità
Guasti a macchinari/attrezzature
Assenze non pianificate di operatori chiave
Colli di bottiglia
Ritardi dei fornitori
Attività più lunghe del previsto (design o produzione)
Risorse sul percorso critico dirottate su altri progetti
Rotture di componenti durante i test
Incidenti durante i test
Ognuno di questi fattori può far deragliare un progetto. In F1, anche uno solo può significare arrivare in pista con una settimana di ritardo - e perdere quel prezioso 0,067 secondi di miglioramento.
La Struttura Organizzativa per Gestire la Complessità
I Dipartimenti Tecnici
Davide ha spiegato come un team F1 tipicamente si organizza in 5 dipartimenti tecnici principali:
Chassis - integrità strutturale e packaging
Powertrain - motore e trasmissione
Aerodinamica - gestione flussi d'aria
Elettronica - sistemi di controllo e acquisizione dati
Dinamica del Veicolo – sospensioni, gestione pneumatici e handling
La Struttura dei Program Manager
Ciò che è emerso come particolarmente interessante è la separazione dei ruoli di Program Management:
Product Program Manager - supervisiona la fase di Design
Production Program Manager - gestisce l'esecuzione produttiva
Bench & Test Program Manager - coordina testing e racing
Questa separazione garantisce focus specializzato mantenendo l'integrazione attraverso il piano di progetto complessivo.
I Task del Project Manager: Dal Noto al Meno Noto
Responsabilità Primarie
Davide ha delineato i task fondamentali di un PM in questo contesto:
1. Gestione dell'intero ciclo di vita
Dal concept iniziale fino alla pista
Mantenere consapevolezza continua di tutti gli aggiornamenti
Piani sempre aggiornati e accurati
2. Evoluzione della pianificazione
Iniziare con piani di massima
Aggiungere progressivamente dettagli man mano che il prodotto matura
Adattare la granularità della pianificazione alla certezza della conoscenza
3. Focus assoluto sul Critical Path
Enfasi totale: NIENTE RITARDI
Monitoraggio costante delle attività critiche
Identificazione proattiva di potenziali ritardi
4. Eccellenza Operazionale
Miglioramenti operativi per ridurre time-to-market
Considerare turni estesi, weekend
Investire in velocità di trasformazione
Nuovi tool e attrezzature quando giustificato
5. Concurrent Engineering
Tracciare milestone e decisioni chiave sui Gantt
Abilitare flussi di lavoro paralleli dove possibile
Coordinare attentamente le interdipendenze
6. Simulazione e Scenario Planning
Usare strumenti di analisi "What if..."
Modellare diversi scenari prima di impegnare risorse
Valutare trade-off quantitativamente
7. Strategie di Risk Reduction
R&D preliminare su nuovi temi (materiali, processi)
Minimizzare rischi di fallimento, scarti, ritardi
Piano completo di de-risking della supply chain
Gestione proattiva dei lead time delle materie prime
Creare alternative Plan A/Plan B/Plan C
Task Avanzati (Meno Conosciuti)
Davide ha poi condiviso aspetti del PM che vengono spesso trascurati:
1. Infrastruttura di Miglioramento Continuo
Mantenere i piani aggiornati per progetti futuri
Documentare ogni interruzione e ritardo
Assicurarsi che il prossimo progetto non abbia quegli stessi problemi
2. Analisi Post-Progetto
Confrontare risultati vs previsioni iniziali
Documentare formalmente le lesson learned
Condividere l'analisi con tutti gli stakeholder
Trasformare l'apprendimento in conoscenza organizzativa comune
3. Monitoraggio Proattivo
Non aspettare le date di fine task per verificare il completamento
Gli alert precoci possono essere gestiti in modo molto meno costoso
Gli alert "troppo tardi" costano esponenzialmente di più
4. Allocazione delle Risorse Basata sul Rischio
Dedicare più tempo al monitoraggio dei dipartimenti meno affidabili
Dedicare meno supervisione ai team costantemente affidabili
Adattare l'intensità del monitoraggio in base alla storia delle performance
Quando Applicare l'Approccio Lean PM
Davide ha sintetizzato (anche con l'aiuto di ChatGPT, in un momento di auto-ironia) quando il Lean PM è più adatto:
1. Progetti con Requisiti Evolutivi
Quando i bisogni del cliente possono cambiare nel tempo, richiedendo flessibilità e adattamento continuo.
2. Progetti di Innovazione
Dove l'apprendimento incrementale, il testing e l'iterazione sono essenziali. Perfetto per ambienti dove il percorso verso la soluzione non è completamente noto all'inizio.
3. Ambienti ad Alta Incertezza
Quando è impossibile prevedere tutto in anticipo. Gli approcci tradizionali waterfall falliscono in queste condizioni.
4. Progetti dove Qualità ed Efficienza sono Priorità
Quando si affronta forte competizione dove guadagni marginali determinano successo o fallimento. Il contesto F1 esemplifica perfettamente questo: frazioni di secondo separano vincitori da perdenti.
I Principi del Successo
La lezione si è conclusa con principi motivazionali potenti:
Lavoro Duro e Dedizione
Davide ha citato Jannik Sinner:
"Il talento non esiste. Deve essere guadagnato."
"La tua abilità può essere un po' migliore, ma se lavori, ti eleverai più in alto."
"Chi lavora è quello talentuoso."
Miglioramento Continuo
Ancora Sinner:
"Cerco solo di migliorare ogni giorno. Se perdo, mi alleno il giorno dopo. Se vinco, mi alleno il giorno dopo."
Lo sforzo consistente batte il brillantismo occasionale.
Mindset sopra gli Strumenti
La citazione finale ha catturato l'essenza:
"Il Lean Project Management non è solo un insieme di strumenti, ma una mentalità che mette il valore per il cliente al centro di ogni decisione, guidando i team verso l'eccellenza operativa e l'innovazione continua."
Takeaway Applicabili
Cosa possono portarsi a casa i Project Manager che non lavorano in F1?
1. Non Aspettare la Certezza per Pianificare
L'incertezza non è una scusa. Inizia con quello che sai e raffina continuamente man mano che la conoscenza si sviluppa.
2. Identifica e Proteggi il Critical Path
Non tutte le attività sono uguali. Alcune sono sul percorso critico e qualsiasi ritardo lì impatta l'intero progetto. Queste meritano attenzione speciale.
3. Risk Reduction Proattiva, Non Reattiva
Non aspettare che i problemi si materializzino. Investiga in anticipo, crea ridondanze, sviluppa alternative.
4. Trasforma l'Esperienza in Conoscenza
Ogni progetto è un'opportunità di apprendimento. Ma l'apprendimento deve essere catturato, formalizzato e condiviso, altrimenti si perde.
5. Monitora Intelligentemente
Non monitorare tutto allo stesso modo. Dedica più attenzione dove storicamente ci sono stati più problemi.
6. Abbraccia il Concurrent Engineering
Dove possibile, lavora in parallelo. Ma gestisci le interdipendenze con attenzione maniacale.
7. Il Lean è una Filosofia, Non una Checklist
L'approccio Lean ha successo negli ambienti di innovazione perché abbraccia il cambiamento, valorizza l'apprendimento e si concentra implacabilmente sul delivery di valore nonostante l'incertezza.
Conclusione: Oltre gli Strumenti
Questa sessione con Davide Seletti è stata molto più di una lezione tecnica sul Project Management. È stata una dimostrazione di come un mindset - fatto di disciplina, miglioramento continuo, gestione proattiva del rischio e focus ossessivo sul valore - possa fare la differenza tra successo e fallimento in ambienti estremi.
La Formula 1 è un laboratorio perfetto perché amplifica tutto: i costi degli errori, l'importanza dei tempi, il valore del miglioramento continuo, la necessità di coordinare complessità estrema. Ma i principi sono universali.
Che tu stia sviluppando un cambio in fibra di carbonio o lanciando un nuovo prodotto software, le domande sono le stesse:
Come gestisci l'incertezza senza paralizzarti?
Come proteggi il critical path?
Come trasformi i problemi di oggi nelle soluzioni di domani?
Come crei una cultura dove il miglioramento non è un evento, ma un processo continuo?
Le risposte, come ci ha mostrato Davide, non sono negli strumenti ma nel mindset.
E forse la lezione più importante è questa: nel momento in cui pensi di aver raggiunto l'eccellenza, hai già iniziato a perdere. Perché i tuoi competitor stanno migliorando di 0,067 secondi al mese.
Ogni singolo mese.



Commenti