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Leanbet celebra il suo padre professionale: un tributo di gratitudine

  • Immagine del redattore: Leanbet
    Leanbet
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 3 giorni fa

Il CEO di Leanbet, Andrea Bet, ha voluto rendere omaggio pubblico all'Ingegner Waldo Pagani in occasione del suo pensionamento da Vice Presidente Logistica di Electrolux Professional. Di seguito riportiamo integralmente l'articolo scritto da Andrea, una testimonianza profonda di gratitudine verso colui che ha segnato in modo indelebile la sua vita professionale e, di conseguenza, l'identità stessa di Leanbet.

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Il maestro che mi ha insegnato il vero Kaizen

28 novembre 2025. Oggi l'Ingegner Waldo Pagani va in pensione dal ruolo di Vice Presidente Logistica di Electrolux Professional. Per me non è solo la fine di un capitolo professionale per lui, ma un momento in cui sento il bisogno profondo di fermarmi e dire grazie. Grazie a un uomo che ha cambiato il corso della mia vita professionale e, senza esagerare, ha contribuito a definire chi sono oggi come professionista e come persona.


L'inizio: primavera 2007

Ricordo come fosse ieri il colloquio della primavera 2007. Electrolux Professional stava cercando da mesi un Kaizen Manager per il gruppo, aveva pubblicato annunci su testate nazionali importanti, era un ruolo cruciale. L'incontro con Waldo fu determinante. Non solo per il fatto che venni scelto - cosa che mi fece sentire incredibilmente privilegiato - ma per quello che percepii in quell'incontro: una visione, un'attitudine al cambiamento che andava oltre le tecniche e gli strumenti.


Il 10 settembre 2007 fu il mio primo giorno di lavoro come EPS Manager (Electrolux Production System). Waldo mi accolse non con convenevoli o discorsi generici, ma con una lista concreta di progetti, visioni, intuizioni che aveva in mente. Il TR3, che sarebbe diventato la modalità di risposta strategica del gruppo al mercato, frutto in gran parte della sua intuizione. Il progetto Milk Run. E molti altri ancora.

Ricordo di aver annotato tutto su fogli A4, creando schemi e mappe che mi avrebbero guidato negli anni successivi. Quei fogli li conservo ancora oggi, perché in quelle pagine c'era già tutto: la direzione, la fiducia che stava riponendo in me, la responsabilità che mi stava affidando. E soprattutto una cosa che mi colpì immediatamente: avrei dovuto implementare quei progetti esclusivamente insieme alle persone. Non attraverso imposizioni o direttive calate dall'alto, ma coinvolgendo, convincendo, portando a bordo chi avrebbe dovuto viverli quotidianamente.


La scoperta del vero Kaizen

In Waldo percepii subito qualcosa che andava oltre la competenza tecnica: il cambiamento secondo la vera logica Kaizen. Io arrivavo con quella che consideravo una solida preparazione Lean, ma di matrice prettamente americana. Il concetto di flow mi era chiaro, il Payback degli investimenti pure, conoscevo gli strumenti, le metriche, i sistemi. Ma mi mancava l'essenza. Mi mancava il Kaizen autentico, quello giapponese, quello profondo.Quello umano.


E Waldo me lo ha insegnato. Non solo attraverso consulenti sicuramente bravi che mi fece conoscere, o attraverso i viaggi di benchmark in Giappone, Germania e Francia che organizzò per me. Me lo insegnò soprattutto con l'esempio, ogni singolo giorno.


Mi ha dato autonomia quando avevo bisogno di crescere e di imparare a prendere decisioni. Mi ha dato budget quando servivano investimenti per i progetti. Mi ha dato la possibilità di scegliere persone, di costruire un team, di ripartire da zero quando necessario. E - cosa che forse ho apprezzato di più - mi ha difeso nei momenti in cui non riuscivo a portare i risultati che volevo, che ci eravamo prefissati. So perfettamente che è entrato in "sacri uffici" a difendere spada tratta quei progetti che sembravano impossibili o che incontravano resistenze.


Le lezioni più importanti

Tra le tantissime cose che Waldo mi ha insegnato, alcune sono diventate pilastri del mio approccio professionale:

Il risultato finale può essere spesso frutto di un precedente non-risultato. Non bisogna concentrarsi sulla singola battaglia persa, ma sulla vittoria della guerra complessiva. Gli insuccessi, se letti correttamente, sono informazioni preziose per il successo futuro.

La coerenza e il coinvolgimento delle persone sono tutto. I progetti più brillanti tecnicamente falliscono se non si portano a bordo le persone. E per portarle a bordo serve coerenza nel tempo, non entusiasmi momentanei.

L'importanza di trovare la coerenza tra la singola posizione di lavoro e la richiesta del mercato. Da Waldo ho imparato quel poco che so(colpa esclusivamente mia) di supply chain - lui è un vero maestro in merito - e ho imparato come ogni singolo ruolo, ogni singola posizione debba essere allineata con quello che il cliente finale chiede.

Non scendere mai a compromessi quando si parla di qualità. Mai. Qualunque sia la pressione, qualunque sia l'urgenza.


Un mentore sempre presente

Waldo mi ha accompagnato in ogni passaggio cruciale della mia carriera. Quando sono diventato Manufacturing Manager e non ero sicuro che fosse il passo giusto per me, è stato lui a farmi riflettere, a farmi vedere le opportunità di crescita. Quando sono partito per la Thailandia, poi per la Cina. Quando ho preso la decisione difficile di lasciare il gruppo Electrolux Professional. Quando ho scelto di far crescere Leanbet.

Se Leanbet oggi ha certe caratteristiche - tecniche, certamente, ma soprattutto umane - lo devo principalmente a lui. È sempre stato uno specchio mai giudicante, sempre di supporto morale, etico, professionale. Ancora oggi, se posso, lo sento un paio di volte a settimana. Ci confrontiamo, mi consiglia, mi fa riflettere.


Un'immagine che vale più di mille parole

La foto che ho pubblicato sui social- una tra le tantissime che conservo - è del 24 luglio 2015. Ritrae Waldo in seconda linea, in ascolto, durante un momento di comunicazione in Thailandia davanti a tutto il plant. Mi stava lasciando crescere come frontman, stava permettendomi di sviluppare la mia leadership davanti alle persone. Ma era lì. Presente. Il suo esserci, in qualità di Vicepresidente, era il commitment più forte che potessi ricevere. Era il messaggio implicito ma potentissimo alle persone: "Quello che Andrea sta facendo ha il mio pieno supporto".


I momenti di crescita (anche difficili)

Ricordo tutto. Anche i momenti più difficili, quelli che mi hanno fatto crescere di più.

Quella volta in Cina, nel 2017, quando Waldo mi venne a trovare nello stabilimento. Mi guardò negli occhi e mi disse: "Ma tu dove ti sei perso?" Aveva ragione. Mi ero perso nella mia iperproduttività, focalizzato ossessivamente sul risultato immediato, avevo perso di vista qualcosa di importante nel processo, nelle persone. Fu una "strigliata" che mi riportò con i piedi per terra.

O quella volta, all'inizio del mio periodo in Electrolux, quando sbagliai un'email scrivendo male "Ljungby" (la sede svedese). Mi fece capire, con fermezza ma anche con cura, che certi errori non erano ammessi a quel livello. Non per punire, ma per responsabilizzarmi rispetto al livello che dovevo raggiungere che

lui aveva intravisto in me.


Cosa mi ha insegnato davvero

Al di là delle competenze tecniche - supply chain, lean manufacturing, kaizen, gestione dei progetti complessi - Waldo mi ha insegnato cose più profonde:

L'entusiasmo. Come affrontare anche le sfide più complesse con energia positiva.

Il buon umore. Come mantenere il sorriso anche nei momenti difficili, perché il clima che crei come leader influenza tutto il team.

Lo standing. Come presentarsi, come comunicare, come rappresentare con dignità e professionalità l'azienda e i progetti.

Cosa significa essere leader a supporto di altri leader. Non leader che accentrano, non leader che mettono in ombra, ma leader che fanno crescere altri leader. Questo è stato Waldo per me.

Io ho imparato poco... ma vi assicuro che lui ci ha provato con pazienza e dedizione per anni.


Un'eredità condivisa

Tutti noi - io e tutte le persone che ho potuto formare grazie alla responsabilità che Waldo mi ha dato - dobbiamo a lui la consapevolezza profonda che le aziende possono essere diverse. Possono essere luoghi dove si cresce, dove si impara, dove il rispetto per le persone non è uno slogan ma una pratica quotidiana. Ma questo accade solo se sono guidate da leader di valore, proprio come lui.

Waldo ha ispirato centinaia di professionisti secondo quell'approccio che è stato intimamente condizionato dalla sua intelligenza, dalla sua umanità, dal suo modo di essere leader. È un'eredità che continua a moltiplicarsi e lo continuerà a fare sicuramente in Leanbet.


Un gesto che non dimenticherò mai

Spero che Waldo si ricordi di quella volta in cui mi autocandidai per la Vicepresidenza Operations al suo posto, quando lui non voleva accettare quel ruolo. Mi esposi personalmente perché ritenevo - e ritengo ancora oggi - che fosse l'unica persona davvero all'altezza per quella posizione. La mail di ringraziamento che mi scrisse in risposta, la porto ancora nel cuore. È uno di quei messaggi che rileggo nei momenti in cui ho bisogno di ricordarmi chi voglio essere come professionista.


Grazie, Waldo

Grazie di esserci stato in ogni momento cruciale della mia crescita professionale.

Grazie di esserci ancora oggi, con i tuoi consigli, la tua presenza, il tuo supporto.

Grazie di avermi insegnato che un leader vero è quello che fa crescere gli altri, non quello che si mette in mostra.

Grazie di avermi dimostrato che le aziende possono essere luoghi umani, dove le persone contano davvero.

Grazie per essere stato - e per essere - un padre professionale indiscusso, un mentore, un coach, un fratello maggiore.


La persona più importante della mia vita professionale.

Andrea Bet

CEO, Leanbet S.r.l.

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